Cos’è FreeWine

Freewine® è un disciplinare, conseguito tramite un protocollo tecnico non vincolante. Questo disciplinare ha l’obiettivo di apportare consistenti riduzioni della quantità di solfiti aggiunti nei vini prodotti dalle aziende aderenti. Vini che regalano così la pura espressione dalla combinazione vitigno+territorio!


Vini ad alta concentrazione di salubrità . E’ questo che sempre più consumatori di tutto il mondo chiedono ai produttori. Un vino nel quale sia possibile riconoscere la materia prima, l’uva, e il cui consumo, per quanto moderato e intelligente, non sia ipotecato da probabili, dannosi effetti collaterali: quante volte, infatti, dopo aver assaggiato vini anche “grandi”, famosi, capitato di ritrovarci con un bel mal di testa?

L’emicrania è la risposta del nostro organismo alla presenza di una sostanza tossica, l’anidride solforosa (SO2, nota anche come “solfiti”). La sua pericolosità dipende sia dai quantitativi assunti, sia dal metabolismo di ciascuno: per questo alcune persone ne soffrono più di altre. Comunque la si voglia mettere, resta il fatto che l’anidride solforosa non fa bene; per questo la cultura moderna, più sensibile e incline a comportamenti più salutari, ne diffida e chiede di limitarne l’uso, eliminandola del tutto laddove è possibile.

Finora il vino era totalmente dipendente dalla presenza dei solfiti: in piccola parte può essere prodotta naturalmente da alcuni ceppi di lievito che si trovano nel mosto, ma ne viene aggiunta dell’altra in varie fasi della produzione e subito prima dell’imbottigliamento finale, per assicurare la conservabilità nel tempo del vino stesso. La quantità massima utilizzabile è stabilita per legge, e normalmente i vini bianchi (e gli spumanti) ne richiedono un po’ di più dei vini rossi.

Per questo, oggi, tutte le etichette sulle bottiglie di vino devono riportare la scritta “Contiene solfiti”, se la concentrazione degli stessi nel vino supera i 10 mg al litro.

I solfiti hanno anche la capacità di interferire organoletticamente con l’espressione dei vini. Il minor contenuto li rende quindi più puri e sinceri.

Tuttavia, grazie alle ultime scoperte in campo enologico e ad alcune innovazioni tecnologiche, è possibile realizzare vini con un contenuto in solfiti molto basso.

Sono i vini delle aziende che aderiscono al progetto Freewine®.

I cardini su cui si fonda Freewine sono sostanzialmente due: l’uso di tecnologie specifiche e l’adozione di un innovativo protocollo di vinificazione, cioè di una serie di “buone pratiche” enologiche volte ad amplificare i risultati positivi ottenuti dalla tecnologia.

In quest’ultima poi, grande importanza riveste il controllo dell’ossigeno presente accidentalmente nel vino, sia durante tutte le fasi di lavorazione, sia in particolare prima dell’imbottigliamento.

Tutto questo è Freewine. Alcune aziende, grandi e piccole, hanno creduto ed investito pionieristicamente in questo progetto, e hanno già prodotto i primi vini a basso contenuto di solforosa.

L’obiettivo finale è di arrivare a quota “zero solfiti aggiunti”, a tutto vantaggio della salubrità e naturalità dei loro vini.

Il progetto si avvale del supporto scientifico del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e dell’Istituto di Biologia e Biotecnologie Agrarie del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa.


Altre informazioni sul “Protocollo Freewine” sono disponibili qui.