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Wikeeps, un sistema rivoluzionario per proteggere il vino…a bottiglia stappata Freewine non è solo un progetto innovativo per ottenere vini…
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AL VIA LA COLLABORAZIONE TRA AIAB E FREEWINE®L’INNOVAZIONE A SERVIZIO DEL VINO BIOLOGICO Freewine® è anche BIO: tra le cantine…
Riprendiamo il titolo e l’articolo di Carlo Macchi apparso su Winesurf giornale enogastronomico lo scorso 20 giugno. Lo citiamo in…
Studiando il mercato e il mondo dell’enogastronomia abbiamo notato una rapida evoluzione: un numero crescente di persone è ormai consapevole…
Segnaliamo due indagini realizzate di recente da Vinitaly&Unicab ricerche di marketing e dal Prof. Micozzi dell’Università Politecnica delle Marche dove…
Domani sabato 11 febbraio alle ore 11 Freewine sarà tra gli ospiti del programma radio di Davide Paolini Il Gastronauta…
Convegno Udine Agriest 27.01.2012 27 gennaio Fiera di Agriest Udine: Freewine ha partecipato al convegno “La riduzione dei solfiti come…
Degustazione Freewine 15 Ottobre15 ottobre 2011 Museo di Santa Giulia Brescia: anche Freewine all’EWBC la Conferenza Europea dei Blogger del…
Maurizio Gily, agronomo e direttore del periodico MilleVigne ci da un suo commento sulla vendemmia in corso. Grazie Maurizio. “La…
Segnaliamo l’articolo di “Gambero Rosso – Tre Bicchieri” dove emerge la discussione in corso sul nuovo regolamento europeo in tema di limiti di solfiti nei processi di vinificazione biologica. Guardando i numeri dibattuti tuttavia ci chiediamo: dove sono la novità e il vero vantaggio competitivo nell’osservare i nuovi standard?
Bruxelles ha proposto infatti una regolamentazione “a zone geografiche” che fissa una riduzione dell’anidride solforosa di 30 mg/l per i Paesi produttori del centro-nord Europa (Germania e Francia centro-nord) e di 50 mg/l per i paesi mediterranei (come Italia, Spagna, Francia del Sud). Dovendo abbassare quindi da 150 a 100 mg/l per i vini rossi e da 200 a 150 mg/l per i bianchi i vertici di AIAB – Associazione Italiana Agricoltura Biologica – contestano una disparità e una maggiore penalizzazione per l’Italia rispetto al nord Europa.
Ma la proposta che vuole ridurre di 50 mg/l l’anidride solforosa porterà un reale vantaggio percepito dai consumatori nei vari segmenti di mercato quando oggi molti vini tradizionali di qualità si attestano già sui 70/80 mg/l, ben sotto queste soglie? Ha senso discutere dei nuovi limiti di solforosa nel biologico già meglio performati da molte buone etichette tradizionali?
Perciò se lo stato dell’arte è già a livelli più bassi, quali sono le novità interessanti per il consumatore nel biologico?
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